domenica 15 novembre 2009



Eravamo seduti assieme solo 5 settimane fa al ristorante italiano "Ciao" a Kathmandu... Mi sembravi più euforico del solito... ma eri sempre il Tomaz Humar che amava salutare stringendo la mano con forza inaspettata per poi sederti e parlare a ruota libera, confidare i tuoi sogni, le tue scoperte i tuoi desideri. Lo facevi con le persone che ti ispiravano o di cui ti fidavi. Mi avevi fatto capire che preferivi non si parlasse in giro del tuo imminente e "confidato" progetto, il Langtang Lirung di 7246 m in Nepal, della sua parete sud, che avresti tentato da solo. Mi avevi anche descritto il fascino ed i pericoli di quell'avventura.... Ti avevo pure regalato 3 chiodi al titanio perchè tu potessi essere leggero e veloce su quella muraglia di roccia e ghiaccio.
Con te al campo base c'era l'amico e "cuoco" comune, Jagat Limbu, ed ero fiducioso di sentire in questi giorni il tuo nome e la storia della tua ennesima evventura, con o senza cima, per mandarti una email e farti una telefonata di congratulazioni.
Purtroppo ho sentito il nome "Tomaz Humar" ad inizio della settimana scorsa, dei tuoi problemi e della richiesta di soccorso. Ho provato a dare una mano a coloro che sono venuti a prenderti, raccontando della parete e del versante che mi avevi mostrato, della via nuova e di Jagat. Ho sperato e pregato che anche questa volta ce la facessi e che gli amici accorsi in tuo aiuto ti potessero trovare presto e vivo. Tu però eri già su altre vette, su pareti impossibili per qualunque umano. Noi quà, impotenti ed increduli , a prenderne coscienza, a dire una preghiera, a pensare, a scappare dalle domande che non trovano risposte. Noi quà a vivere come hai fatto Te, la più esaltante, indiscutibile e misteriosa delle avventure: quella dell'esistenza... ognuno la sua.....  Ciao Tomaz…Ciao…